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mercoledì 18 dicembre 2013

CHI L'HA VISTO? (parte seconda)





Nuove rime
un altro strazio,
ora lo cercano
e chiedono dazio.
Ectoplasma consigliere
contattatelo per piacere,
e chiedetegli ora di tornare
per rientro di altro scongiurare.
Il suo gruppo ha cambiato nome
e lui ha adeguato sua posizione,
lasciamo alle spalle quello che è stato:
"sarò assente lo stesso, ma giustificato"!
 
 
CONTROPENDENZA

mercoledì 11 dicembre 2013

SITTING BULL 14 DICEMBRE 1890

 


Il 14 Dicembre 1890 un distaccamento militare inviato da James Mac Laughlin si presenta al campo indiano. Lo comanda il tenente Bull Head che ha l'ordine di arrestare Toro Seduto e di condurlo in prigione. Dieci cavalieri mettono piede a terra e circondano il tipi del vecchio Capo. Bull Head sta per penetrarvi, quando Toro seduto appare sulla soglia. Sotto la sua tenda si trovano le due mogli e il figlio di 17 anni Crow Foot. Sgomente le donne scoppiano in lacrime. Immobile, il vecchio guerriero conserva la sua calma e il fiero portamento.
- Veniamo ad arrestarti - Dichiara Bull Head.
- Bene vi seguirò.
Toro Seduto rientra nel suo tipi , prende gli abiti più ricchi, si veste con cura, poi chiede il suo cavallo migliore, uno stallone grigio che qualcuno va a prendere in un corral vicino.
E' l'alba. Un gruppo d'indiani sta risalendo dalla vallata: durante la notte hanno eseguito la "Ghost Dance" e sono ancora eccitati. Sono armati e i poliziotti stentano a frenarli.
Toro Seduto fa la sua apparizione fra Bull Head e un sergente, Shave Head.
Dietro il capo Sioux hunkpapa s'insinua il secondo sergente, Red Tomahawk.
Crow Foot che segue la scena è sorpreso di vedere il padre sottomettersi senza opporre la minima resistenza, ed esclama: - avevi promesso che mai ti saresti arreso a una tunica azzurra e invece ti lasci trascinar via proprio da indiani in tunica azzurra, da rinnegati.
Toro Seduto trasalisce e guarda attorno a sé: ci sono più di centocinquanta dei suoi fedeli seguaci.
Lancia allora un grido rauco: è il segnale della rivolta.
Echeggiano colpi di fuoco, il tenente cade, colpito mortalmente. Il sergente Shave Head è ferito al ventre. Si raddrizza, si volta e spara su Toro Seduto. Nello stesso momento Red Tomahawk che si trova alle spalle del vecchio Capo, gli scarica il revolver sulla  guancia destra.
Toro Seduto muore sul colpo.
Ha luogo allora una lotta furiosa, disperata. Red Tomahawk prende il comando e scarica sugli indiani un fuoco infernale. Un indiano disertore, Hawk Man, riesce ad attraversare la zona pericolosa e corre ad avvisare James Mac Laughlin, il quale giunge coi rinforzi sul posto dello scontro.
Gli indiani in numero troppo esiguo, battono in ritirata e si rifugiano nei boschi vicini. Verranno inseguiti più tardi. Toro Seduto, il, grande Capo dei Sioux, è morto per la causa che ha ardentemente difeso per tutta la vita. E' morto perché i diritti del popolo indiano vengano finalmente riconosciuti, è morto per la libertà del popolo indiano.
Verrà il giorno in cui Uomini Rossi e Visi Pallidi non si combatteranno più e ci sarà una pace duratura fra di loro. Gli Indiani saranno allora come tutti gli altri uomini, figli dello stesso popolo.
E il sacrificio di Toro Seduto non sarà vano.

                                   (George Fronval e Jean Marcellin, Editrice Piccoli Milano)

giovedì 28 novembre 2013

IL GENIO DELLA "LAMPADINA"



Questa la scrivo alle quattro di mattina
e la dedico tutta al genio della lampadina.
Forse da piccolo, offeso da Babbo Natale
per i regali richiesti che non riuscì a trovare,
fece promessa e questione legò al dito
fino all'altra sera quando dire l'han sentito:
"ancora luminarie, ma di cosa stiamo a parlare,
non servono a niente nel periodo di Natale.
Se volete l'illuminazione
mettete le luci sul balcone
e una volta per tutte
chiudiamo la questione".
 
E allora caro Babbo Natale
i cittadini una richiesta ti devono fare,
quest'anno lascia al genio un sacco di carbone
non sotto l'albero...ma sul balcone!
 
CONTROPENDENZA.


mercoledì 27 novembre 2013

...solo GRAZIE ...


Cittadini meritevoli
che risolvono questioni spiacevoli,
e fan bella la nostra Limbiate
alla faccia di voi che amministrate.

DUBBI PER LORO ?
... ALTRO CHE APE D'ORO!



                        CONTROPENDENZA.

LA PAZZIA DI ORLANDO

 

132
Afflitto e stanco al fin cade ne l'erba,
e ficca gli occhi al cielo, e non fa motto.
Senza cibo e dormir così si serba,
che 'l sole esce tre volte e torna sotto.
Di crescer non cessò la pena acerba,
che fuor del senno al fin l'ebbe condotto.
Il quarto dì, da gran furor commosso,
e maglie e piastre si stracciò di dosso.
 
133
Qui riman l'elmo, e là riman lo scudo,
lontan gli arnesi, e più lontan l'usbergo:
l'arme sue tutte, insomma vi concludo,
avean pel bosco differente albergo.
E poi si squarciò i panni, e mostrò ignudo
l'ispido ventre e tutto l'petto e l' tergo;
e cominciò la gran follia, sì orrenda,
che de la più non sarà mai ch'intenda.
 
134
In tanta rabbia, in tanto furor venne,
che rimase offuscato in ogni senso.
Di tor la spada in man non gli sovvenne;
che fatte avria mirabil cose, penso.
Ma né quella, né scure, né bipenne,
era bisogno al suo vigore immenso.
Quivi fe' ben de le sue prove eccelse,
ch'un alto pino al primo crollo svelse:
 
135
e svelse dopo il primo altri parecchi,
come fosser finocchi, ebuli o aneti;
e fe' il simil di querce e d'olmi vecchi,
di faggi e d'orni e d'illici e d'abeti.
Quel ch'un uccellator che s'apparecchi
il campo mondo fa, per por le reti,
dei giunchi e de le stoppie e de l'urtiche,
facea de cerri e d'altre piante antiche.
 
136
I pastor che sentito hanno il fracasso,
lasciando il gregge sparso alla foresta,
chi di qua, chi di là, tutti a granpasso
vi vengono a veder che cosa è questa.
Ma son giunto a quel segno il qual s'io passo
vi potria la mia istoria esser molesta;
ed io la vò più tosto diferire,
che v'abbia per lunghezza a fastidire.
 
( Orlando Furioso, canto XXIII )  

sabato 16 novembre 2013

RISO BIANCO E MELE COTTE



Siccome sono Sindaco e Dottore
ho a cuore la salute del cittadino elettore,
quindi all'inceneritore voto SI...SI...SI
insieme a "solidali", "sinistri partecipatori" e PD !!!

Se a Limbiate d' inquinamento dobbiamo parlare
ditemi voi da dove iniziare:
sul territorio NO INCENERITORE e niente vasche
ma parchi nelle cave e soldi nelle tasche.

Noi promuoviamo "la difesa dell'ambiente"
nel programmatico discorso davanti alla gente;
"benessere della comunità" si registra ...
nel programma del centrosinistra .

Coerenti e per amor di verità
noi votiamo per tutta la città,
abbandonando elettori e "affini"
e del benessere stabiliamo i confini.

Io sono il Sindaco Dottore
e tutelo la salute del cittadino elettore,
quindi riso bianco e mele cotte
e di chi abita a Desio ...  CHISENEFOTTE !!!


                                                                         CONTROPENDENZA 

mercoledì 13 novembre 2013

PER GIUSEPPE VERDI


 
 
... la melodia suprema della Patria
in un immenso coro
di popoli salì verso il defunto.
Infinita dal Brennero al Peloro
e dal Cimino al Catria,
accompagnò nei cieli il figlio assunto.
E colui, che congiunto
in terra avea con la virtù de' suoni
tutti gli spiriti per la santa guerra,
pur li congiunse in terra
col suo silenzio funerale, e proni
li fece innanzi ai troni
ed ai vetusti altari
ove l'Italia fu regina e iddia.
E profonde eran l'orme
impresse dal suo piè nella materna
zolla, profonde al pari delle antiche;
e l'alte sue fatiche
erano intese ad una gioia eterna;
e come l'onda l'alterna
dei mari fu il suo canto
intorno al mondo, per le genti umane.
E noi, nell'ardor santo,
ci nutrimmo di lui come del pane.
Ci nutrimmo di lui come dell'aria
libera ed infinita
cui dà la terra tutti i suoi sapori.
La bellezza e la forza di sua vita,
che parve solitaria,
furon come su noi cieli canori.
Egli trasse i suoi cori
dall'imo gorgo dell'ansante folla.
Diede una voce alle speranze e ai lutti.
Pianse ed amò per tutti.
 
 
Gabriele D'Annunzio.

sabato 2 novembre 2013

IL SUPERASSESSORE

 
 
 
A Limbiate da poche ore
e son già super-eroe,
territorio, professionisti e loro patemi:
adesso risolvo i vostri problemi.
 
Ora che son qui
vi sistemo il PGT,
e se mi date un po di tempo
aggiusto i PIANI D'INTERVENTO.
 
Della situazione ho visione allargata
e per i dettagli chiederò a Pellegatta,
ma delle particolarità poco importa:
"devo resuscitare la città morta" !! 
 
Superassessore dal sindaco raccomandato
ma non da quello di questo mandato,
io sono l'architetto errante
chiamatemi pure "SUPERFERRANTE".
 
 
                                                                      CONTROPENDENZA
 

mercoledì 30 ottobre 2013

ARGO



Mentre questo dicevano tra loro, un cane
che stava lì disteso, alzò il capo e le orecchie.
Era Argo, il cane di Odisseo, che un tempo
egli stesso allevò e mai potè godere nelle cacce,
perché assai presto partì l'eroe per la sacra Ilio.
Già contro i cervi e le lepri e le capre selvatiche
lo spingevano i giovani; ma ora, lontano dal padrone,
giaceva abbandonato sul letame di buoi e muli
che presso le porte della reggia era raccolto,
fin quando i servi lo portavano sui campi 
a fecondare il vasto podere di Odisseo.
E là Argo giaceva tutto pieno di zecche.
E quando Odisseo gli fu vicino, ecco agitò la coda
e lasciò ricadere le orecchie; ma ora non poteva
accostarsi di più al suo padrone. E Odisseo
volse altrove lo sguardo e s'asciugo una lacrima
senza farsi vedere da Euméo, e poi così diceva:
"Certo è strano, Euméo, che un cane come questo
si lasci abbandonato sul letame. Bello è di forme;
ma non so se un giorno, oltre che bello, era anche veloce
nella corsa, o non era che un cane da convito, di quelli
che i padroni allevano solo per il fasto".
E a lui, così rispondeva Euméo, guardiano di porci:
"Questo è il cane di un uomo che morì lontano.
Se ora fosse di forme e di bravura come,
partendo per Troia, lo lasciò Odisseo,
lo vedresti con meraviglia così veloce e forte.
Mai una fiera sfuggiva nel folto della selva
quando la cacciava, seguendone abile le orme.
Ma ora infelice patisce. Lontano dalla patria è
morto il suo Odisseo; e le ancelle, indolenti,
non si curano di lui. Di malavoglia lavorano i servi
senza il comando dei padroni, poi che Zeus che vede
ogni cosa, leva a un uomo metà del suo valore, se il
giorno della schiavitù lo coglie".
Così disse, ed entrò dentro nella reggia incontro ai Proci.
E Argo, che aveva visto Odisseo dopo vent'anni,
ecco, fu preso dal Fato della nera morte.


                                             ( Odissea, canto XVII )  

venerdì 25 ottobre 2013

EGOISMO E CARITA'

Odio l'allor che, quando alla foresta
 le novissime fronde invola il verno,
          ravviluppato nell'intatta vesta
                              verdeggia eterno.
 
Pompa dé colli ; ma la sua verzura
 gioia non reca all'augellin digiuno ;
 ché la splendida bacca invan matura
                             non coglie alcuno.
 
Te, poverella vite, amo, che quando
  fiedon le nevi i prossimi arboscelli,
  tenera l'altrui duol commiserando
                               scioglie i capelli.
 
Tu piangi, derelitta, a capo chino,
  sulla ventosa balza. In chiuso loco
  gaio frattando il vecchierel vicino
                                si asside al foco.
 
Tien colmo un nappo : il tuo licor gli cade
         nell'ondeggiar del cubito sul mento ;
         poscia floridi paschi ed auree biade
                               sogna contento.


                                                                           G.Zanella

mercoledì 23 ottobre 2013

IL SIGNOR PRESENTE

 
 

 
 
Lì da un po' di anni
dentro l'aula consiliare,
a memoria nessuno ricorda
averlo mai sentito parlare.
Se guardiamo la  postura
lui fa sempre sua figura,
quando scivola sulla poltrona
e la palpebra l'abbandona.
Ora è sorpreso dallo sviluppo
perché è diventato il capogruppo,
esito della notte dei lunghi coltelli
sul banco davanti non sono più quelli.
Chissà che è successo,
misteriose le dimissioni:
saran partiti i cattivi
oppure rimasti i buoni ?
Visto da qui in fondo
per il pubblico cambia niente,
lui rimarrà lì
e dirà solo: "presente".
 
 
                                                                      CONTROPENDENZA

QUI CONTA COME NARCISO S'INNAMORO DELL'OMBRA SUA

Narciso contempla il proprio riflesso
Francois Le Moyne, XVIII sec. 



Narciso fu molto buono e bellissimo cavaliere. Un giorno avvenne ch'elli si riposava sopra una bellissima fontana e, dentro l'acqua, vide l'ombra sua molto bellissima. E cominciò a riguardarla, e rallegravasi sopra alla fonte. E così credeva che quella ombra avesse vita, che istesse nell'acqua; e non si accorgea che fosse l'ombra sua. Cominciò ad amare e a innamorare si forte, che la volle pigliare. E l'acqua si turbò e l'ombra spariò; ond'elli incominciò a piangere. E l'acqua schiarando, vide l'ombra che piangea. Allora elli si lasciò cadere nella fontana, sicchè annegò.
Il tempo era di primavera. Donne si venivano a diportare alla fontana; videro il bello Narciso affogato. Con grandissimo pianto lo trassero dalla fonte e, così ritto, l'appoggiaro alle sponde.
Onde, dinanzi allo dio d'Amore andò la novella. Onde lo dio d'Amore ne fece nobilissimo mandorlo, molto verde e molto bene stante: e fu ed è il primo albero, che prima fa frutto e rinnovella amore.

                                         (tratto da Libro di novelle e di bel parlar gentile, Rizzoli Milano) 

DEVOZIONE DI ATTILIO REGOLO ALLA PATRIA

La patria è un tutto
di cui siam parti. Al cittadino è fallo
considerar se stesso
separato da lei. L'utile e il danno,
ch'ei conoscer dèe solo, è ciò che giova
o nuoce alla sua patria, a cui di tutto
è debitor. Quando i sudori e il sangue
sparge per lei, nulla del proprio ei dona;
rende sol ciò che n'ebbe. Essa il produsse,
l'educò, lo nudrì. Con le sue leggi
dagl' insulti domestici il difende,
dagli esterni con l'armi. Ella gli presta
nome, grado e onor ; ne premia il merto ;
ne vendica le offese, e, madre amante,
a fabbricar s'affanna
la sua felicità, per quanto lice
al destin dé mortali esser felice.
Han tanti doni, è vero,
il peso lor. Chi ne ricusa il peso,
rinunci al benefizio ; a far si vada
d'inospiti foreste
mendico abitatore ; e là, di poche
misere ghiande e d'un covil contento,
viva libero e solo a suo talento.

                                                                 Pietro Metastasio. 

sabato 5 ottobre 2013

LA MAIOLICA E LUCA DELLA ROBBIA

Madonna con bambino

Restauratore dell'arte di smaltare in Italia, o meglio quegli che la inventò di pianta col proprio ingegno, fu Luca della Robbia, scultore fiorentino. Il Vasari lo dice uomo perseverante e infaticabile, così da maneggiare tutto il santo giorno lo scalpello, e disegnare la notte. Era tale l'ardore suo per l'arte che, acciò il freddo non gl' impedisse di lavorare, teneva i piedi dentro un paniere di cenci.
"Ciò, dice il Vasari, non mi meraviglia punto, perché nessuno riuscì mai a segnalarsi in un'arte qualsiasi senz'essersi accostumato di buon'ora a sopportare caldo e freddo, fame e sete, e agli altri disagi parecchi; e vanno fortemente errati coloro che si pensano poter giungere a nobile mèta, facendo tutto il proprio comodo, e circondandosi di godimenti.
Non è dormendo che si giunge alla perfezione e alla rinomanza, sì bene vegliando e studiando e lavorando senza posa".
Ma con tutta la sua perseveranza Luca non riuscì pertanto a guadagnarsi con la scultura tanto da vivere; il che operò ch'ei si studiasse di trovare pè modelli materia meno costosa del marmo.
Si provò quindi a mettere in opera l'argilla, facendo molti esperimenti per incrostare e cuocere i modelli, in guisa da renderli saldi. Dopo moltissime prove riuscì a comporre certa miscela che, distesa sull'argilla ed esposta al calore intenso del fuoco, si mutava in ismalto quasi indistruttibile;
né a ciò si stette, chè alcun tempo dopo ei perfezionò la prima scoperta con l'altra di dar colore allo smalto, e renderlo così più appariscente.
La fama di Luca della Robbia si sparse presto in Europa, sicchè da molte parti si chiedevano suoi lavori, specie da Francia e Spagna.
                                                                 
                                                                                                     Samuele Smiles 



AMOR E' UNO DESIO CHE VEN DA CORE

artista lombardo del xv secolo.


Amor è uno desio che ven da core
per abondanza di gran piacimento;
e li occhi in prima generan l'amore
e lo core li dà nutricamento.
 
Ben è  alcuna fiata om amatore
senza vedere so 'namoramento,
ma quell'amor che stringe con furore
da la vista de li occhi ha nascimento:
 
ché li occhi rappresentan a lo core
d'onni cosa che veden bono e rio,
com'è formata naturalmente;
 
e lo cor, che di zo è concepitore,
imagina, e li piace quel desio:
e questo amore regna fra la gente.
 
Jacopo da Lentini

giovedì 26 settembre 2013

NON GIOCO PIU', ME NE VADO...


ALLA RIMA

Ave o rima! Con bell'arte
su le carte
te persegue il trovadore;
ma tu brilli, tu scintilli,
tu zampilli
su del popolo dal cuore.

O scoccata tra due baci
ne i rapaci
volgimenti della danza,
come accordi ne' due giri
due sospiri,
di memoria e di speranza!

Come lieta risonasti
su dai vasti
petti al vespero sereno,
quando il piè dei mietitori
in tre cori
con tre note urtò il terreno!

Come orribile su' vènti
de' vincenti
tu ruggisti le virtudi,
mentre l'aste sanguinose
fragorose
percoteano i ferrei scudi!

Sgretolar sott'esso il brando
di Rolando
tu sentisti Roncisvalle,
e soffiando nel gran corno
notte e giorno
del gran nome empi la valle.

Poi t'afferri alla criniera
irta e nera
di Babieca che galoppa,
e del Cid tra i gonfaloni
balda intoni
la romanza in su la groppa.

Poi del Rodano a la bella
onda snella
dài la chioma polverosa,
e disfidi i rusignoli
dolci e soli
ne i verzieri di Tolosa.

Ecco, in poppa del battello
di Rudello
tu d'amor la vela hai messa,
ed il bacio del morente
rechi ardente
su le labbra a la contessa.

Torna, torna: ad altri liti
altri inviti
ti fa Dante austero e pio:
ei con te scende a l'inferno
e l'eterno
monte gira e vola a Dio.

Ave o bella imperatrice,
o felice
del latin metro reina!
Un ribelle ti saluta
combattuta,
e a te libero s'inchina.

Cura e onor de' padri miei,
tu mi sei
come lor sacra e diletta.
Ave, o rima: e dammi un fiore
per l'amore,
e per l'odio una saetta.


                                                                 
                                                              Carducci
                                                             ( Bologna, 22 Gennaio 1877)

domenica 22 settembre 2013

LISCIA, GASSATA O ...




Se nella lavatrice vi consigliano l'anticalcare
pensate nella pancia l'acqua che può fare,
ma il problema di Limbiate non è bianco residuo
bensì la sabbia che si deposita nei reni dell'individuo.
 
Ora si parla di bambini,
di educazione alla salute,
allora acqua dal rubinetto
e giù grandi bevute.
 
Bontà del progetto or non si discute,
ma comunicazioni van rivedute;
agli amministratori lo dico, ecco:
usate più acqua e meno prosecco.
 
"RISOLVIAMO LA QUERELLE
NOI VOGLIAM LA FERRARELLE,
ACCONTENTATECI E SIATE BUONI
ALTRIMENTI SON GAVETTONI !!!
 
 
CONTROPENDENZA

giovedì 19 settembre 2013

I "PROFUGHI" DELL' IDV.

Appena tornato
finita vacanza,
riappar sul giornale
e ha già mal di panza.

E per dimostrare
che non ruba stipendio,
interviene sulla Siria
e fa suo compendio.

"Oh poverini ...
portiamoli qua,
non son demagogo
non sono ovvietà !"

Forse per "similitudine",
chissà chi lo sa,
accoglierne una moltitudine
a tutti proporrà.

E ALLORA SE CI CREDE
DIMOSTRI BUONA FEDE,
APRA LE PORTE A SUA RESIDENZA
E AVVII L'ACCOGLIENZA.

-....Brianza terra di cuore
e solidarietà......-,
- ... dove la Lega è minoranza ...-
e  i Dipietristi son nullità !!!


                                                                                CONTROPENDENZA

lunedì 16 settembre 2013

UMANO ARDIR



Umano ardir, pacifica
filosofia sicura,
qual forza mai, qual limite
il tuo poter misura ?

Rapisti al ciel le folgori,
che, debellate, innante
con tronche ali ti caddero
e ti lambir le piante.

Frenò, guidato il calcolo
dal tuo pensiero ardito,
degli astri il moto e l' orbite,
l'olimpo e l'infinito.

Svelaro il volto incognito
le più rimote stelle,
ed appressar le timide
lor vergini fiammelle.

Del sole i rai dividere,
pesar quest' aria osasti ;
la terra , il foco, il pelago,
le fere e l' uom domasti.

Oggi a calcar le nuvole
giunse la tua virtute ;
e di natura stettero
le leggi inerti e mute.

Che più ti resta ? Infrangere
anche alla morte il tèlo,
e della vita il nettare
libar con Giove in cielo.


                                                       Vincenzo Monti.

giovedì 12 settembre 2013

I BALILLA DI GARIBALDI.



Una bella mattina di giugno, ecco presentarsi al Dittatore il maggiore Rodi, a cavallo, agitando la mano sinistra, ch'era di legno (quella vera l'aveva lasciata a Montevideo), alla testa di un esercito di monelli in camicia rossa di cotone, parte scalzi e parte mal calzati, esclamando:
- Generale, li ho fatti tutti tosare alla spiaggia, e ho dovuto impiegare un centinaio di barbieri che ho potuto raccapezzare nella città e nei dintorni. Poi li ho fatti tutti tuffare nell'acqua. Nuotano come pesci! Ora sono puliti, e si può avvicinarli senza pericoli!...
E li mostrava con legittimo orgoglio. Il Dittatore, per cui ordine erano stati raccolti dalle strade di Palermo quegli sciami di monelli, rise di cuore ; e li affidò ad Alberto Mario - valoroso soldato e valoroso scrittore - con l'incarico di creare per essi un collegio militare.
Un mese dopo tutto era fatto.
" Il mattino del 18 giugno - racconta lo stesso Alberto Mario - due battaglioni di ragazzi, banda in testa, si avviano alla Piazza d'Armi. Le ultime righe del secondo si componevano di fanciulli di sei in otto anni : piccola carabina alla spalla, berretta piegata sull'orecchio sinistro, cinturino sotto il mento, testa alta, aria fiera, passo ardito, marcia in linea di mezza compagnia, distanze mantenute, conversione in colonna, secondo i casi, come vecchi soldati".
Vedete? I Balilla, mentre si faceva l'Italia, avean tenuto fede al verso dell'inno del '48 : ed erano aumentati di numero, tanto da formar battaglioni ; ed eran così precoci, che parecchi di essi avevan soltanto sei anni ; ed eran tanto cresciuti di grado, da esser battezzati dall'Eroe garibaldini.


                                                                                                  Vamba (Luigi Bertelli)

venerdì 6 settembre 2013

GENNAIO 2013/SETTEMBRE 2013 : 10.000 VOLTE GRAZIE.




ARGENTINA, BRASILE, CANADA, CILE, COREA DEL SUD, FEDERAZIONE RUSSA, FINLANDIA, FRANCIA, GERMANIA, GHANA, GRECIA, INDIA, INDONESIA, ITALIA, ISRAELE, KAZAKISTAN, KUWAIT, MOLDAVIA, NORVEGIA, PAESI BASSI, POLONIA, REGNO UNITO, ROMANIA, SERBIA, SPAGNA, STATI UNITI, SVIZZERA, TAILANDIA, TUNISIA, UCRAINA, VENEZUELA, ......

mercoledì 4 settembre 2013

LE "PROPORZIONI" CONTANO !!!



A Milano applaudono grande successo:
in 63 delle aiuole han preso possesso.
Considerata la totale popolazione,
parlar "d'interesse" è ambigua questione.
Se son residenti UNMILIONETRECENTOSETTEMILA,
SESSANTATRE è come cercare in mare un nòcciolo d'oliva.
Se conta la proporzione
traete voi conclusione,
e basta con la favola "sinistra"
della partecipazione !!

P.S.
per i precisini e i pignoli da manuale........
0,004820198928845 è la percentuale.
Immaginando per disgrazia, Milano metropolitana
bisognerebbe applaudire per una settimana.
Moltiplicando SESSANTATRE di Milano
per SETTEMILIONI di abitanti,
0,019847877942303:
percentuali comunque inquietanti !!!


                                                                                          CONTROPENDENZA

lunedì 2 settembre 2013

IN PRINCIPIO ERA IL CHAOS.

La creazione del mondo materiale,1794, William Blake.
British Museum, Londra.


In principio era il Chaos, un'immensa voragine nella quale si trovavano incompostamente mescolati fra loro tutti gli elementi, da cui poi dovevano sorgere il mondo e svilupparsi gli uomini.
Dal Chaos prima si formarono la Terra (Gea), vasta sede sicura di tutte le cose, il Tartaro caliginoso, che fu collocato sotto la terra, e l'Amore, il più bello di tutti gli dei; poi ne uscirono l'Erebo e la Notte che, unitisi in matrimonio, generarono l'Aria e il Giorno. La Terra diede vita al Cielo (Urano), che la ricoprì da ogni parte e fu sede eterna di tutti gli dei, e ai Titàni, fra cui furono i primi e più importanti rea e Saturno.
fino ad allora non v'era un dio che illuminasse il mondo con il suo raggio, né la Luna cambiava forma, né la dea del mare, Anfitrìte, abbracciava la terra con l'umido margine delle sue acque.
La terra era instabile; il mare non era corso da navi; l'aria era priva di luce, né v'era oggetto che avesse forma costante. Gli elementi freddi andavano a cozzare contro quelli caldi; gli umidi contro i secchi; i teneri contro i duri; i pesanti contro i leggeri.
Occorreva l'opera di una divinità per regolare tutto ciò; ed ecco, un dio separò la terra dal cielo, la terra dall'acqua, il cielo dall'aria. Così egli poté legare in ferma e concorde alleanza tutto quanto era stato fino ad allora separato o discorde; così il cielo assunse la sua forma convessa, ponendosi al di sopra di tutto il creato, e vicino a esso venne a collocarsi l'aria, e più giù la terra, mentre l'acqua circondò il mondo, abbracciandolo con un tenace giro.
Questa fu la prima opera del dio. Ma egli, non contento di quanto aveva fatto fino ad allora, separò e distinse tutte le parti del mondo. Anzitutto diede a questa forma rotonda; poi diffuse le acque in mari, in fonti, in stagni, in laghi, e assegnò le rive ai fiumi, i quali andarono a finire nel mare.
Creò i campi e le vallate, ricoprì le selve di fronde verdeggianti, innalzò le montagne. Divise il mondo in cinque zone, una mediana calda e non abitabile, due estreme coperte di alta neve, altre due piacevoli e temperate di caldo e di freddo. Su di esse stese l'aria e vi collocò le nebbie, le nubi, i tuoni, che colpiscono l'immaginazione degli uomini e ne suscitano i timori, e le folgori.
Anche ai venti assegnò una stabile sede: l'Euro fu da lui collocato in Oriente, lo Zèfiro in Occidente, il Bòrea a settentrione, l'Ostro o Noto, umido e piovoso, a mezzogiorno.
Era appena compiuto tutto questo lavoro, quando le stelle cominciarono a brillare in ogni plaga celeste, mentre nelle acque guizzarono i lucidi pesci, sulla terra si sparsero gli animali e l'aria fu smossa dalle ali degli uccelli.
Mancava però ancora un animale, migliore, più bello, più forte, più intelligente degli altri, capace di dominare su tutto il mondo: fu creato l'uomo a immagine degli dei.
E, mentre gli altri animali, proni e rivolti alla terra, guardano sempre in basso, l'uomo ebbe un volto adatto a mirare il cielo e gli astri. Così quella che fino ad allora era stata una massa rude e informe, ora divenne l'abitazione degli uomini e la culla della loro civiltà. E così dal Chaos, che denota mescolanza, confusione e disordine, nacque quello che i Greci chiamarono "Kosmos" e i latini "Mundus", due parole che indicano l'ordine, la compostezza e, per conseguenza, la bellezza.

                                                           (da Miti e leggende del mondo greco/romano)     

SANTO SUBITO E I "MIRACOLI".




Se qualcuno di voi oggi è sorpreso
per passaggio di Kakà al Milan "senza aver speso",
ora si sieda e stupisca davvero
per lavori di ristrutturazione a costo zero!

Se fosse realtà l'immobiliare sponsorizzazione
giù il cappello e grande ammirazione,
ma siccome per verità, pecco d'ingenuità
una domanda faccio qua: "ma in cambio che vorrà?"

Non credo ad accordi sui giocatori
che più avanti verrebbero fuori,
piuttosto a modo anomalo di comunicare
per interesse di qualcuno stimolare.

- "Miracolo o miraggio?"-
lo dico senza oltraggio,
palazzo municipale.......
meta di pellegrinaggio.


                                                                       CONTROPENDENZA

martedì 27 agosto 2013

...?...





ARBMESEHCLEUQE'ALLUN
ENOIZULOSALLAONICIV
OTAVIRRAERESSE'DIDERC
ORTEIDNIOSSAPNUIAF
OTAILGABSIESITAROCNA
ARBMESEHCLEUQE'ALLUN
ERAPITEHCLEUQASNEP
ONATSABITNONIZIDNI
ERANIVODNIDAARIT
OIRARTNOCNIARO
ARPOSOTTOSOPOD
OIRAREMETLIECNIV
ARPODA'SEHCOLLEUQ

IL BENE DEGLI ALTRI.

Chiedono al direttore
di poggiar le chiappe altrove,
"non compatibile con l'ambiente:
qui non può dirigere niente!"

"Litiga con tutti
e risponde sempre male",
forse dipende molto
da quelli con cui ha a che fare!

Quelli che erano bidelli,
quelli che sono educatori,
sindacati e comitati di quelli.....
che son anche genitori!

Oh triste paese
dove al bene degli altri si dice di pensare,

oh triste paese
dove tutti son pronti a condannare,

oh triste paese
luogo di soggetti "perfetti",

oh triste paese
di chi giudica e non vede suoi difetti.


                                                                        CONTROPENDENZA.

lunedì 26 agosto 2013

LANCILLOTTO SI PREPARA A DIVENTARE CAVALIERE.

bacio tra Ginevra e Lancillotto, ( codice miniato del Trecento).


Fino a diciotto anni Lancillotto rimase sotto la protezione della Dama del Lago. Ella avrebbe voluto trattenerlo ancora, tanto l'amava, ma sapeva che avrebbe commesso un peccato mortale, grave come un tradimento, poiché egli era in età di ricevere la cavalleria. Un giorno Lancillotto trovò la Dama stesa su un letto, a piangere. "Signora, che avete?" le chiese. "Se vi è stato fatto torto, ditemelo, perché non sopporterò che nessuno vi dispiaccia, finché sarò in vita."
"Figlio di re, allontanatevi" disse singhiozzando la Dama "oppure vedrete che il mio cuore mi lascerà." "Allora parto, se la mia presenza vi addolora tanto." Detto ciò, esce, sella il cavallo, e già lo portava nel cortile quando colei che l'amava più di ogni cosa accorse e afferrò il cavallo per la briglia.  "Vassallo" ella gridò "dove volete andare?"
"Alla corte di Re Artù, a servirlo fino a che egli mi faccia cavaliere. E' la cosa a cui aspiro di più al mondo."
"Se sapeste quali gravosi doveri impone la cavalleria, non ardireste augurarvelo."
"Sono dunque superiori al coraggio e alla forza d' un uomo?"
"Si, qualche volta: Nostro Signore Iddio ha fatto gli uni più valorosi degli altri, più prodi e più cortesi."
"Signora, sarebbe ben timido chi non osasse ricevere la cavalleria. Perché tutti, se non possono avere le virtù del corpo, possono almeno possedere quelle del cuore. Le prime, come la statura, la forza, la bellezza, l'uomo le riceve nascendo. Ma la cortesia, la saggezza, l'indulgenza, la lealtà, la prodezza, la generosità, l'arditezza, solo la pigrizia può impedire di possederle, poiché dipendono dalla volontà. E spesso vi ho sentito dire che è il cuore che fa l'uomo valoroso."
Allora la Dama del Lago gli disse: "I primi cavalieri non lo furono a causa della loro nascita, dato che tutti discendiamo dallo stesso padre e dalla stessa madre. Ma quando Invidia e Cupidigia cominciarono a crescere nel mondo, allora i deboli istituirono al di sopra di sé dei difensori che mantenessero il diritto e li proteggessero. Per questo ufficio vennero scelti i grandi, i forti, i belli, i leali, gli arditi, i prodi. E nessuno, a quei tempi, avrebbe osato montare a cavallo prima d'aver ricevuto la cavalleria. Ma essa non era conferita per il piacere. Si chiedeva ai cavalieri di essere indulgenti salvo che coi felloni, pietosi coi bisognosi, pronti a soccorrere i sofferenti e a confondere i ladri e gli assassini, buoni giudici senza amoree senza odio. E dovevano proteggere la Santa Chiesa. Lo scudo che pende dal collo del cavaliere e lo difende sul davanti significa che egli deve interporsi tra la Santa Chiesa e chi l'assale, e ricevere per essa i colpi come un figlio per la madre. Allo stesso modo in cui il giaco lo veste e lo protegge da ogni parte, così egli deve coprire e circondare la Santa Chiesa di modo che i malvagi non la possano raggiungere. L'elmo è come la garitta da cui si sorvegliano i malfattori e i ladri della santa Chiesa. La lancia, lunga in modo da ferire prima che colui che la porta possa essere raggiunto, significa che egli deve impedire ai malintenzionati di avvicinare la Santa Chiesa. E se la spada, la più nobile delle armi, è a doppio taglio, è perché essa con un taglio colpisce i nemici della fede, e con l'altro i ladri e gli assassini; ma la punta significa obbedienza, perché tutte le genti devono obbedire al cavaliere. Infine, il cavallo è il popolo, che deve sostenere il cavaliere e sopperire ai suoi bisogni, ed essere sotto di lui, ed egli deve guidarlo al bene secondo il proprio intendimento. Egli deve avere due cuori: uno duro come il ferro per gli sleali e i felloni, l'altro morbido e plasmabile come cera calda per i buoni e gli indulgenti.
Tali sono i doveri cui ci si impegna verso Nostro Signore ricevendo la cavalleria".
"Signora" disse Lancillotto "se trovo qualcuno che acconsenta a farmi cavaliere, non avrò timore d'esserlo e io vi metterò tutto il mio cuore, e il mio corpo, e la mia pena, e la mia fatica."
"In nome di Dio" disse la Dama sospirando "il vostro desiderio sarà dunque esaudito. Ed è perché lo sapevo che piangevo."
Da tempo ella aveva preparato tutte le armi necessarie al fanciullo: un giaco bianco, leggero e forte, un elmo argentato e uno scudo color della neve, a borchie d'argento. La spada, messa alla prova in molte occasioni, era grande, tagliente e leggera. E la lancia corta, grossa, robusta, dal ferro ben appuntito, il destriero alto, forte e vivace; l'abito di Lancillotto, il mantello foderato d'ermellino, tutto era bianco e anche la scorta, abbigliata di bianco, montata su cavalli bianchi. Così equipaggiati, Lancillotto e la Dama del Lago si misero in cammino, il martedì precedente la festa di San Giovanni.


                                                     ( da J. Boulenger, Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda )

sabato 10 agosto 2013

IL PARACULISMO.

Poche righe
all'argomento dedico,
su "promesse" ambigue
del nostro medico.

....un posto adatto.....
per farvi pregare......,
e metto in gioco
l'impegno personale.

Allora ti dico
trattenendo l'insulto,
taglia l'erba al cimitero
che è luogo di culto !!!

Al professionista del benessere
che sua tela continua a tessere,
ricordo che paraculismo
è parabola patologica dell'essere !!!

                                                                 CONTROPENDENZA.

VACANZA ENIG...MISTICA DEL COMITATO.

Se tu sei sulla montagna
o a camminar sul lungomare,
un' aiuto io ti chiedo :
differenze aiutami a trovare !

Perché ennesimo tormento
ora è più che passatempo,
quindi urge soluzione
per placare situazione:

"sarà sbagliata foto storica
oppur la versione digital-pittorica ???
C'è un errore di volumetria
o trattasi solo di architetto magia ???

Non so proprio cosa dire
e nemmen che cosa fare,
ma di un fatto son sicuro
e lo scrivo su questo muro :

" SE TU SEI SULLA MONTAGNA
O A CAMMINAR SUL LUNGOMARE,
E' EVIDENTE E CHIARO A TUTTI
CHE NON HAI PROPRIO NULLA A CUI PENSARE ".

                                                                                          CONTROPENDENZA.

lunedì 15 luglio 2013

POKER DI S'ASSI.


Trattativa prolungata
dura tutta la nottata
per scongiurar fine anticipata
di partita complicata.

Giocano sul tavolo gli emendamenti
e mettono in crisi i concorrenti:
- questo si, questo no......
  questi li ritiriamo, in cambio però.....

Tensione sul tavolo da gioco
sale alta e non poco,
fino a quando presi per costrizione
abbandonano le carte per far colazione.

Per i partecipanti
risultati sorprendenti,
dopo notte passata a interloquire
in consiglio tutto va a farsi benedire.

E pare che in luogo
tifosi del quartetto,
sul risultato del bluff
hanno espresso verdetto:

- altro che novità.....
sinistra e partecipazione...... ,
la prossima volta
votiam per Mestrone! -

E allora un' augurio
è obbligo e prassi :
"provateci ancora
 oh poker di s'assi ".

                                                        CONTROPENDENZA.

CARI STUDENTI VI FACCIAMO LA FESTA.


Festa insieme per comprensivo istituto
riuniti in piazza vi abbiamo voluto,
per comunicarvi le numerose novità
indovinate a settembre che succederà?

Riuniti per dirvi ciò che ci preme
su organizzazione delle vostre pene :
classi, mensa, insegnamento,
bidelli, maestre e autobus con accompagnamento.

E articolo sopraposto
è per voi regalo di agosto,
perché di vostra salute noi ci preoccupiamo
e quindi a scuola a piedi vi mandiamo !

Però leggendo l'articolo
equazion non si capisce :
- è un "genio" il sindaco
o sfigato chi lo subisce ??


                                                                            CONTROPENDENZA

domenica 7 luglio 2013

LA CICALA E LA FORMICA.

La cicala, c'ha pieno il corpicello
d'una rauca perpetua canzone,
cantò tutta la state al tempo bello,
e non si ricordò d'altra stagione.
Intanto il verno vien rigido e fèllo,
ed ella per mangiar non ha un boccone.
Ricorre alla formica, e le domanda
qualche soccorso, e a lei si raccomanda,
dicendo : - Io dalla fame morrò tosto;
prestami, amica, qualche granellino,
ch'io te ne pagherò poi quest'agosto
od il mese di luglio più vicino;
E non sol ti prometto dare il costo
ma di guadagno ancor qualche quattrino. -
Ma dalla formichetta, che non presta
e sol risparmia, la risposta è questa :
- e che facesti tu mentre co' rai
scaldava il sol la terra al tempo buono? -
Rispose l'altra :  - al passeggiar cantai
la notte e il dì con ammirabil  suono.
- Oh! Tu cantasti? Io l'ho ben caro assai;
ma nota e intendi ben quel ch'io ragiono:
tu vi dovevi a quel tempo pensare;
se tu cantasti allora, or puoi ballare. -


                                                                     GASPARE GOZZI

giovedì 27 giugno 2013

AEREO CLICK.

FOTOGRAFIA TRATTA DA -IL NOTIZIARIO- 31 MAGGIO 2013 

Approfondendo osservazione
e zoomando posizione,
credo aver raggiunto
enigma soluzione.

Qui forse nasce "psicodramma"
in alto al centro nel fotogramma,
strane aree definite e simmetriche
alle villette son perimetriche !

Mi fermo a pensare e ....fremo
forse è crop circles alieno,
sono atterrati anche a Mombello
e han lasciato a terra impronte di carrello.

Ma migliorando la definizione
resto deluso dalle umane persone,
altro che segnali di alieno passaggio
a me sembrano opere di giardinaggio !

Stai a vedere che inizio della questione
è causata da foto ad alta definizione,
e "furbetti" sicuri di non essere avvistati
da AEREO CLICK sono stati sputtanati !!!!

Chissà chi abita lì
e chi gli è "vicino",
ma a quelli di via Sabotino
han fotografato abusivo giardino.


                                                          CONTROPENDENZA.

ABIO e ARIO

Oh.....Abio
giornalista senza pari,
confessalo tu :
ma quante ne spari ?

Di notizie;
è chiaro e s'intende,
imparzialità
ancora s'attende !

Oh.....Abio
allievo di Ario,
sembrar come lui
non è necessario.

Perché non sempre
si deve sperare
d'eguagliare "maestro"
e lui superare!

Oh......Abio
al servizio della città,
non smettere mai di cercarla :
" tua libertà!".

P.S.
INVECE DI FAR APPARIR VITTIMA
IL POLITICO CICLISTA,
ESORTALO A PEDALARE
ADESSO CHE E' IN PISTA !!!!


                                                                          CONTROPENDENZA.

lunedì 24 giugno 2013

MAGISTER SCIMUS



Magister scimus quia verax es,
et viam Dei in veritate doces.
Beàti quorum immaculàta est via,
qui àmbulant in lege Dòmini.
Magister scimus, Alleluia...
Beàti qui obsèrvant praescrìpta eius,
toto corde quaerunt eum.
Qui non faciunt iniquitàtem,
sed àmbulant in viis eius.
Magister scimus, Alleluia...
Magister scimus, Alleluia...
Magister scimus, Alleluia... 

martedì 18 giugno 2013

IL TRAM DELEGATO.


           IL TRAM DELEGATO
           CON TONO PICCATO
           DIFENDE IL BINARIO
           PERCHE' NECESSARIO.

           E UN PO' PREOCCUPATO
           LOCAL PENDOLARE,
          ATTENDE SVILUPPI
          PER SUO TRASPORTARE.

          " SIGNOR DELEGATO
          QUASI CI SIAM,
          MA OSTACOLO ORA
          PARE MARAN !"

          SANTI SUBITO
          E POLITICI DEL GRANDUCATO DI MILAN,
          DATEVI UNA MOSSA
          O LIMBIATE SI ATTACCHERA' AL TRAM !!

                         CONTROPENDENZA.

domenica 16 giugno 2013

PROEMIO (Gerusalemme liberata).

Le mura di Gerusalemme, miniatura veneziana del XIV sec.
Padova, Biblioteca del Seminario.

                      1
Canto l'arme pietose e 'l capitano
che 'l gran sepolcro liberò di Cristo :
molto egli oprò co 'l senno e con la mano,
molto soffrì nel glorioso acquisto :
e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vano
s'armò d'Asia e di Libia il popol misto ;
il Ciel gli dié favore, e sotto ai santi
segni ridusse i suoi compagni erranti.

                      2
O Musa, tu che di caduchi allori
non circondi la fronte in Elicona,
ma su nel cielo in fra i beati cori
hai di stelle immortali aurea corona,
tu spira al petto mio celesti ardori,
tu rischiara il mio canto, e tu perdona
s'intesso fregi al ver, s'adorno in parte
d'altri diletti, che de' tuoi, le carte.

                      3
Sai che là corre il mondo, ove più versi
di sue dolcezze il lusinghier Parnaso;
e che 'l vero condito in molli versi,
i più schivi allettando ha persuaso:
così a l'egro fanciul porgiamo aspersi
di soavi licor gli orli del vaso:
succhi amari ingannato intanto ei beve,
e da l'inganno suo vita riceve.

                       4
Tu, magnanimo Alfonso, il qual ritogli
al furor di fortuna e guidi in porto
me peregrino errante, e fra gli scogli
e fra l'onde agitato e quasi absorto,
queste mie carte in lieta fronte accogli,
che quasi in vòto a te sacrate i' porto.
Forse un dì fia che la presàga penna
osi scriver di te quel ch'or n'accenna.

                                                           (da Gerusalemme liberata, canto I )

domenica 9 giugno 2013

"DIAVOLO ROSSO"

(Giovanni Gerbi 1885-1954)
Quelle bambine bionde
con quegli anellini alle orecchie
tutte spose che partoriranno
uomini grossi come alberi
che quando cercherai di convincerli
allora lo vedi che, sono proprio di legno

Diavolo rosso dimentica la strada
vieni qui con noi a bere un'aranciata
contro luce tutto il tempo se ne va ...

Guarda le notti più alte
di questo nord-ovest bardato di stelle
e le piste dei carri gelate
come gli sguardi dei francesi
un valzer di vento e di paglia
la morte contadina
che risale le risaie
e fa il verso delle rane
e tutto ha
arriva sulle aie bianche
come le falciatrici di raccolto

Voci dal sole altre voci,
da questa campagna altri abissi di luci
e di terra e di anima niente
più che il cavallo e il chinino
e voci e bisbigli d'albergo:
amanti di pianura
regine di corriere e paracarri
la loro, la loro discrezione antica
è acqua e miele ...

Diavolo rosso dimentica la strada
vieni qui con noi a bere un'aranciata
contro luce tutto il tempo se ne va ...

Girano le lucciole
nei cerchi della notte ...
questo buio sa di fieno e di lontano
e la canzone forse sa di ratafià ...

                                                        DIAVOLO ROSSO di Paolo Conte.

venerdì 7 giugno 2013

INCOERENZA TOTALE DELL' EX SOLIDALE......(2° EPISODIO).




E' andato più a sinistra
e non per una svista,
incoerenza è sua peculiarità
e quindi cambia posizione ogni volta che gli va !

Verità è che soggetto in questione
non ha chiara sua collocazione,
chissà se per puro opportunismo
o politico equilibrismo.

Confuso e disorientato
messaggio del suo "navigatore" si è incantato:
- GIRA A SINISTRA - GIRA A SINISTRA -
   RIGIRA A SINISTRA - GIUSTA E' LA PISTA !!!

E il nostro interessato
dal messaggio ipnotizzato,
sterzo a sinistra ha bloccato
e su se stesso più volte ha rigirato.

Ecco quindi svelato
il problema di chi si è spostato,
a furia di girar su se stesso
equilibrio personale ha sconnesso.

Infine "capogruppo"
non sia dispiaciuto,
poiché è un successo
averlo perduto !!!

P.S.
forse trattasi di subliminal messaggio
forse trattasi di stessa confusione,
ma in fondo all'articolo
anche fidanzata ha cambiato cognome !!!

                                                                       CONTROPENDENZA

mercoledì 5 giugno 2013

SCRIBI E FARISEI.........( due millenni dopo a Limbiate).

Carlo Crivelli, S.Matteo apostolo,
predella del Polittico di Sant'Emidio,
1473,  Ascoli Piceno, Duomo.
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai discepoli dicendo:"Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi  e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti di onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbi" dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbi", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà, sarà abbassato; e chi si abbasserà, sarà innalzato.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci.

Guai a voi scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.

Guai a voi , guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che rende sacro l'oro?
E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e  per Colui che l'abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'aneto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, mentre all'interno sono pieni di rapina e d' intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti, e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare alla condanna della Geenna?

Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più finchè non direte: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".


                                                                                          (Matteo cap.23,  1-39)