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giovedì 12 settembre 2013

I BALILLA DI GARIBALDI.



Una bella mattina di giugno, ecco presentarsi al Dittatore il maggiore Rodi, a cavallo, agitando la mano sinistra, ch'era di legno (quella vera l'aveva lasciata a Montevideo), alla testa di un esercito di monelli in camicia rossa di cotone, parte scalzi e parte mal calzati, esclamando:
- Generale, li ho fatti tutti tosare alla spiaggia, e ho dovuto impiegare un centinaio di barbieri che ho potuto raccapezzare nella città e nei dintorni. Poi li ho fatti tutti tuffare nell'acqua. Nuotano come pesci! Ora sono puliti, e si può avvicinarli senza pericoli!...
E li mostrava con legittimo orgoglio. Il Dittatore, per cui ordine erano stati raccolti dalle strade di Palermo quegli sciami di monelli, rise di cuore ; e li affidò ad Alberto Mario - valoroso soldato e valoroso scrittore - con l'incarico di creare per essi un collegio militare.
Un mese dopo tutto era fatto.
" Il mattino del 18 giugno - racconta lo stesso Alberto Mario - due battaglioni di ragazzi, banda in testa, si avviano alla Piazza d'Armi. Le ultime righe del secondo si componevano di fanciulli di sei in otto anni : piccola carabina alla spalla, berretta piegata sull'orecchio sinistro, cinturino sotto il mento, testa alta, aria fiera, passo ardito, marcia in linea di mezza compagnia, distanze mantenute, conversione in colonna, secondo i casi, come vecchi soldati".
Vedete? I Balilla, mentre si faceva l'Italia, avean tenuto fede al verso dell'inno del '48 : ed erano aumentati di numero, tanto da formar battaglioni ; ed eran così precoci, che parecchi di essi avevan soltanto sei anni ; ed eran tanto cresciuti di grado, da esser battezzati dall'Eroe garibaldini.


                                                                                                  Vamba (Luigi Bertelli)

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