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giovedì 26 settembre 2013

ALLA RIMA

Ave o rima! Con bell'arte
su le carte
te persegue il trovadore;
ma tu brilli, tu scintilli,
tu zampilli
su del popolo dal cuore.

O scoccata tra due baci
ne i rapaci
volgimenti della danza,
come accordi ne' due giri
due sospiri,
di memoria e di speranza!

Come lieta risonasti
su dai vasti
petti al vespero sereno,
quando il piè dei mietitori
in tre cori
con tre note urtò il terreno!

Come orribile su' vènti
de' vincenti
tu ruggisti le virtudi,
mentre l'aste sanguinose
fragorose
percoteano i ferrei scudi!

Sgretolar sott'esso il brando
di Rolando
tu sentisti Roncisvalle,
e soffiando nel gran corno
notte e giorno
del gran nome empi la valle.

Poi t'afferri alla criniera
irta e nera
di Babieca che galoppa,
e del Cid tra i gonfaloni
balda intoni
la romanza in su la groppa.

Poi del Rodano a la bella
onda snella
dài la chioma polverosa,
e disfidi i rusignoli
dolci e soli
ne i verzieri di Tolosa.

Ecco, in poppa del battello
di Rudello
tu d'amor la vela hai messa,
ed il bacio del morente
rechi ardente
su le labbra a la contessa.

Torna, torna: ad altri liti
altri inviti
ti fa Dante austero e pio:
ei con te scende a l'inferno
e l'eterno
monte gira e vola a Dio.

Ave o bella imperatrice,
o felice
del latin metro reina!
Un ribelle ti saluta
combattuta,
e a te libero s'inchina.

Cura e onor de' padri miei,
tu mi sei
come lor sacra e diletta.
Ave, o rima: e dammi un fiore
per l'amore,
e per l'odio una saetta.


                                                                 
                                                              Carducci
                                                             ( Bologna, 22 Gennaio 1877)

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