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sabato 25 maggio 2013

LA MORTE DI SIGFRIDO.


Sigfrido pose lo scudo su l'orlo a la sorgente,
ma per quanto la sete lo torturasse assai
fino a che il re non bevve, non volle pur bere mai.

Mal ne fu ripagato. L'acqua era trasparente
e fresca. Il re, chinato, ne bevve lungamente,
e quando ebbe bevuto si rizzò soddisfatto.
Volentieri ora Sigfrido, l'eroe, l'avrebbe pur fatto.

Ma cara ebbe a pagare la propria cortesia.
L'arco e la spada il falso Hagen gli portò via,
afferrò poi lo spiedo e, cercando il segnale
su la vesta, vi scorse la crocellina fatale.

Quando Sigfrido a bere pur si chinò veloce
Hagen gli immerse il ferro attraverso la croce.
Sprizzò il sangue dal cuore spaccato su la vesta
di Hagen. Mai guerriero compì azione più funesta.

Egli lasciò lo spiedo infisso a lui nel cuore,
e a fuggir prestamente si diede il traditore.
In vita sua così mai era fuggito.
Appena Sigfrido, l'eroe, comprese che era ferito,

balzò in piedi ruggendo. Tra le spalle sporgeva
il legno de lo spiedo. L'eroe trovar credeva
la sua spada o il suo arco.Se l'avesse trovato,
Hagen avrebbe ricevuto il premio meritato.

Non trovando la spada,lo scudo gli restava.
Lo tolse prestamente dal fonte dove stava.
Inseguì Hagen, presto lo raggiunse, e sfuggire
l'amico di re Gunther non poté a le giuste ire.

E con lo scudo allora,pure ferito a morte,
sul traditore, Sigfrido, menò un colpo sì forte
che le gemme staccate volaron via, e spezzarsi
parve lo scudo. L'eroe voleva vendicarsi.

Il traditore cadde da la sua man colpito;
se l'altro avea la spada, Hagen era finito.
Dei colpi risuonavano la foresta e la valle,
sì terribile era l'ira del colpito a le spalle.

Ma il suo viso si copre di un pallore mortale.
Egli sente le forze mancargli e già l'assale
languor di morte, gelo sente di morte; ahi, quanto
sarà presto da belle donne il nobile eroe pianto !

Lo sposo di Crimilde cadde tra i rovi. Usciva
a fiotti a fiotti il sangue dalla ferita viva.
Allora, ne l'angoscia del suo cuore, il colpito
prese a ingiuriar coloro che l'avevano tradito.

Diceva il moribondo: "O falsi,traditori !
Così mi ripagate i servigi,i favori ?
Sempre vi fui fedele, e voi morte mi date.
Gli amici affezzionati assai male voi trattate.

Ma biasimo cadrà su quei che nasceranno
di voi, da questo giorno, pel vostro atroce inganno.
Dal numero dei buoni cavalier voi ancora
sarete cancellati per sempre dopo quest' ora".

Da ogni parte i guerrieri si affollavano intorno
al caduto. Per molti fu quello un triste giorno.
Lo piange chi conosce la fedeltà e l'onore,
e ben l'ha meritato Sigfrido per il suo valore.

Anche il re dei Burgundi compiangeva il ferito.
Disse Sigfrido: "A che piange chi m'ha colpito?
Chi ha commesso il delitto non deve pianger poi.
Ma eterno disonore ricadrà su di voi".

Disse il feroce Hagen: "Di che vi lamentate ?
Ecco le nostre pene al fine terminate.
Or non dobbiam temere nessuno superiore
a noi. Vi ho sbarazzati d'un importuno signore".

"Ben potete vantarvi" disse allora il morente
"ma, se avessi saputo ch'eravate realmente
assassini, la vita avrei da voi guardata.
Oh, mi affanna il pensiero de la mia Crimilde amata.

Abbia pietà il Signore del figlio che mi ha dato....
ché sempre, in avvenire, gli sarà rinfacciato
l'assassinio commesso dai suoi stretti parenti.
Non ho forza bastante per dir quanto io lo lamenti!"

Disse Sigfrido al re: "Mai nessun uomo ha fatto
quello che voi faceste. Più feroce misfatto
mai fu commesso al mondo. Il mio braccio vi diede
più volte forza e aiuto. Questa è or la mia mercede!".

Tra gli spasimi ancora continuò il moribondo:
"Nobile re, se ancora una sol cosa al mondo
far volete lealmente, la mia cara consorte
vi sia raccomandata assai dopo la mia morte.

Ella è vostra sorella. Siatele di sostegno,
ven prego per l'onore di cui un principe è degno.
Mi aspetteranno a lungo mio padre e la mia gente.
mai non fu fatta a donna pena più cocente".

Si contorceva intanto per il dolore atroce,
e pur così parlava con lamentosa voce:
"Vi pentirete un giorno del mio assassinio. Il colpo
che mi uccide per voi stessi sarà un mortale colpo".

I fiori tutto intorno eran rossi di sangue.
lotta ancora l'eroe con la morte, poi langue.
Troppo addentro lo spiedo crudel l'avea colpito.
Più parlar non poteva e tutto era finito.

                                                                                     ( da L' Epopea dei Nibelunghi )

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