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domenica 7 luglio 2013

LA CICALA E LA FORMICA.

La cicala, c'ha pieno il corpicello
d'una rauca perpetua canzone,
cantò tutta la state al tempo bello,
e non si ricordò d'altra stagione.
Intanto il verno vien rigido e fèllo,
ed ella per mangiar non ha un boccone.
Ricorre alla formica, e le domanda
qualche soccorso, e a lei si raccomanda,
dicendo : - Io dalla fame morrò tosto;
prestami, amica, qualche granellino,
ch'io te ne pagherò poi quest'agosto
od il mese di luglio più vicino;
E non sol ti prometto dare il costo
ma di guadagno ancor qualche quattrino. -
Ma dalla formichetta, che non presta
e sol risparmia, la risposta è questa :
- e che facesti tu mentre co' rai
scaldava il sol la terra al tempo buono? -
Rispose l'altra :  - al passeggiar cantai
la notte e il dì con ammirabil  suono.
- Oh! Tu cantasti? Io l'ho ben caro assai;
ma nota e intendi ben quel ch'io ragiono:
tu vi dovevi a quel tempo pensare;
se tu cantasti allora, or puoi ballare. -


                                                                     GASPARE GOZZI

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