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lunedì 28 gennaio 2013

LA PORTA DELL'INFERNO.

Per me si va nella città dolente,
per me si va nell'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.

Giustizia mosse il mio alto fattore;
fecemi la divina podestate,
la somma sapienza e 'l primo amore.

Dinanzi a me non fuor cose create
se non etterne, e io etterno duro.
Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate.

Queste parole di colore oscuro
vid' io scritte al sommo d' una porta;
per ch'io :"Maestro, il senso lor m'è duro".

E elli a me, come persona accorta :
"Qui si convien lasciare ogne sospetto ;
ogne viltà convien che qui sia morta.

Noi siam venuti al loco ov'i' t'ho detto
che tu vedrai le genti dolorose
c'hanno perduto il ben de l'intelletto".

E poi che la sua mano a la mia pose
con lieto volto,ond'io mi confortai,
mi mise dentro a le segrete cose.

                                                                (INFERNO, canto III).

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