Translate

giovedì 4 aprile 2013

LA PATRIOTTICA LEGGENDA DEI FILENI SULLA LITORANEA LIBICA.



Nel Marzo 1937 viene inaugurata la strada che percorre tutto il litorale della Libia dai confini dell'Egitto ai confini della Tunisia. Questa strada è un monumento che resterà ad eternare e consacrare nei secoli l'Impero di Roma rievocato e risuscitato dalla volonta' e dalla politica militare.
La litoranea è nata infatti durante la guerra italo-etiopica mentre ci battevamo con le armi in pugno per l'onore e la gloria d'Italia, mentre 52 nazioni riunite nel Consiglio di Ginevra tentavano di strangolarci economicamente, mentre difficoltà materiali si facevano ogni giorno più assillanti.
La nuova strada ha un percorso esatto dalla Tunisia all' Egitto di 1822 chilometri. Il tratto più difficile
da costruire era quello che attraversa la Grande Sirte da Misurata a Marsa Brega. E' questa la zona più arida e spaventevole di tutta l'Africa settentrionale. Gli antichi temevano di avventurarsi attraverso la regione Sirtica che veniva dipinta da scrittori e poeti a fosche tinte, come un paese inabbordabile, pericoloso, inospitale, orrendo. Questa fama giunse fino a Dante Alighieri che la rievocava nel XXIV canto dell' Inferno.
Ebbene dove gli antichi temevano di mettere piede, dove gli stessi Romani, maestri di costruzione di strade, non osarono lasciare il segno del loro potere e della loro civiltà, gli Italiani di Mussolini hanno osato e con rapidità da primato, hanno costruito una strada che costituisce una vittoriosa sfida al deserto. Nel punto mediano della litoranea libica e precisamente al fondo del golfo della Grande Sirte, sul 30° parallelo, nella baia di Ras Lanuf, a distanza di un chilometro dal mare, affiorano nella steppa alcuni ruderi che risalgono al tempo di Cartagine. Si tratta degli avanzi delle famose
Areae Philaenorum. A pochi metri dai ruderi, a cavallo della litoranea, è stato innalzato un arco di proporzioni gigantesche destinato a celebrare la fede e la potenza creatrice della Patria e la fondazione dell'Impero. In alto sul vertice della mole, campeggia un ara votiva a carattere arcaico evocante le are dei fratelli Fileni.
L'antica leggenda dei Fileni è così nobile e poetica che ancor oggi commuove. Il magnifico esempio di amor patrio tramandatoci dagli storici e geografi della classicità, risale a 400 anni prima di Cristo e si riferisce alle lotte di predominio fra Cartagine e Cirene. Avendo i Cartaginesi stabilito uno scalo a poca distanza dal posto greco di Automala nella Sirtica (forse la odierna el-Mugtàa), non tardò a scoppiare una lunga guerra che arrecò gravissimi danni ai contendenti.
Verso il 350 a.C. si giunge ad un accordo in base al quale il confine sarebbe stato segnato dal punto
d'incontro fra due invitati di Cirene e due di Cartagine che nello stesso giorno sarebbero dovuti partire dalle rispettive città. Cartagine scelse come suoi delegati i fratelli Fileni, i quali compresa la loro missione, marciarono con indomita bravura, incontrando i due rappresentanti di Cirene nel fondo della Grande Sirtica, e superando di gran lunga il percorso compiuto dagli avversari.
Questi attardati dal vento e dalle piogge, per mandare a vuoto la gara, riuscita tanto sfavorevole alla loro patria, incolparono i Fileni di non essersi attenuti ai patti e cioè di essere partiti prima.
Ne sorse una disputa ed i rappresentanti di Cirene proposero agli avversari di accettare come confine
il punto dell' incontro a patto che i Fileni fossero disposti d'esservi sepolti vivi !
I fratelli Fileni accettarono all'istante di morire per la patria.
Sallustio definisce l'esempio dei due Cartaginesi egregium atque mirabile.
Gli stessi Romani rendevano onore ed esaltavano l'eroismo e l'amor di patria dei loro avversari.
Due colossi in bronzo modellati dallo scultore Ulderico Monti e rappresentanti i fratelli Fileni nell'atto di resuscitare, sono posti nel sacello luminoso di coronamento dell'arco.
L'arco marmoreo rompe i silenzi millenari della regione che vide già i segni di Roma e congiunge il passato e il presente. La civiltà latina ritemprata e rinnovata per sempre dal genio di Mussolini, con la nuova strada imperiale ritorna ad indicare al mondo la rinata maestà di Roma.

                                                                                                 ITALO BALBO.

Nessun commento:

Posta un commento